sabato 11 luglio 2015

Catene virtuali

Progetto "Leggi ciò che vedi"



La prima immagine della raccolta, ha come tematica fondamentale la tecnologia, e il particolare rapporto che questa ha con l'uomo.



Alla data odierna, nel mondo vi sono approssimativamente 7 350 844 532 persone.
Alla data odierna, nel mondo vi sono approssimativamente 6 811 430 000 cellulari.
Il rapporto si avvicina in modo spaventoso ad uno, e, considerando il tasso di povertà in certe zone, e il livello di "arretratezza" di altre, possiamo dire con certezza che 997/1000 possiedono almeno un cellulare.

"Rivoluzione tecnologica", viene chiamata.
Non da me.
"Alienazione tecnologica", forse, si.
E io ci sono dietro con tutti e due i piedi.

Facebook.
Instagram.
Twitter.
Blogger.
Gmail.
Tumblr.
Whatsapp.
Kik.
Snapchat.
Ask.
You Tube.
Word Press.

Per quanto devo continuare?
Per cosa viviamo?

Viviamo di likes, di commenti, di condivisioni.
Passiamo la vita a cercare di sfondare nel mondo del web, cerchiamo di "diventare qualcuno".
Ma è proprio in quell'istante che smettiamo di esserlo.
Di essere ciò che siamo.
Cerchiamo di reprimere la nostra personalità, pur di piacere. Ci ridicolizziamo, facciamo cose stupide, che rasentano la follia.

"Un prolungamento del nostro corpo".
Chissà se i nostri figli nasceranno con il telefono in mano.

È arrivato il momento di riprendere in mano la nostra vita!
Essere al passo con i tempi va bene, è giusto.
Ma non deve essere un peso, un vincolo, un limite.
Tenetevi il vostro telefono e partite, andate in posti nuovi, visitate i vostri amici, e parlate loro faccia a faccia, senza trilli o snap, senza messaggi o pokes.

Guardate la torre Eiffel con la vostra ragazza, la muraglia cinese, la Statua della Libertà, il Monte Fuji con i vostri amici; ed ancora il Partenone, il Colosseo o le spiagge tropicali dei Caraibi, le sconfinate terre islandesi e perché no, pure i deserti immensi dell'Africa.
Salite sul London Eye con i vostri figli, con i vostri nipoti. Perdetevi nelle ramblas spagnole.
Abbandonatevi alla bellezza dei fiordi con i vostri nonni, fatevi raccontare le storie di quando c'era la guerra e non le scarpe.
Perché la bellezza del mondo, sta negli occhi di chi lo guarda, non nell'obbiettivo di uno smartphone.




È ora di vivere.
Alessio Piscedda

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